Non ci sono precedenti nella storia della telefonia mobile con cui confrontare gli ultimi dati della società di consulenza IDC. Nel quarto trimestre del 2022, le vendite di smartphone sono diminuite del 18,3%. Si tratta di un duro colpo per un settore che spesso si affida al periodo dello shopping natalizio per salvare i conti dell’anno e che ha contribuito in modo significativo al fatto che il 2022, nel suo complesso, si è chiuso con un calo dell’11,3% nel numero di telefoni venduti.
Gli stessi analisti sono stati colti di sorpresa dal crollo. “Non abbiamo mai visto vendite nell’ultimo trimestre dell’anno inferiori a quelle del trimestre precedente, ma la diminuzione della domanda e le scorte elevate hanno costretto i produttori a tagliare drasticamente la produzione”, spiega Nabila Popal, research director del team Worldwide Tracker di IDC.
Come spesso accade in questi casi, non esiste un unico fattore alla base dell’improvviso rallentamento del settore. L’incertezza economica sta costringendo i venditori a essere molto più prudenti con i loro ordini, ma sono sorti anche problemi inaspettati nella catena di produzione. I consumatori, inoltre, rinnovano i loro telefoni cellulari sempre meno frequentemente. Nessuno viene risparmiato.
Anche Apple, che tende a resistere meglio in questo tipo di mercato in caduta libera, ha avuto un trimestre difficile. Secondo la società di consulenza, le vendite di iPhone sono diminuite di quasi il 15%. In totale sono stati venduti 72 milioni di telefoni, 10 milioni in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel caso di Apple, non si è trattato tanto di una mancanza di domanda, quanto del fatto che ha dovuto chiudere gli impianti di produzione a Shenzhen per diversi giorni a causa di un’epidemia di Covid-19.
L’interruzione ha riguardato soprattutto i modelli iPhone 14 Pro, i più richiesti e quelli con cui l’azienda genera i maggiori ricavi.
Per altri produttori la situazione è stata ancora peggiore. Le vendite di Xiaomi, ad esempio, sono diminuite del 26,3%. La quasi totalità delle vendite è costituita da scorte dei trimestri precedenti e grazie a offerte aggressive.
“Il 2023 sarà un anno di cautela. I produttori dovranno rivalutare i loro cataloghi e il canale ci penserà due volte prima di prendere in carico le scorte in eccesso. La nota positiva è che i consumatori troveranno offerte migliori”, spiega Anthony Scarsella, direttore della ricerca di IDC.